I tre nomi di Caltagirone
pagina principale
Album fotografico di Caltagirone chrisound
di Antonino Ragona Foto di:
Umberto & figli
Dr. Giacomo Territo
M. e G. Marcinnó
chrisound studio

Caltagirone si affaccia alla ribalta degli avvenimenti storici isolani in epoca arabo-normanna. A quel tempo risalgono i tre nomi che la città ebbe e che ci sono stati tramandati, due dall'Idrisi, il geografo arabo alla corte di Re Ruggiero normanno, ed uno dal diploma dato ai caltagironesi da Re Gugliemo il Malo nel'1160.
I due nomi che ci fa conoscere l'Idrisi sono "Hisn 'al Genún" e "Qal'at 'al Hinzariah ". Il primo che è stato tradotto dall'Amari "Castello dei genii", certamente non ha avuto fin oggi la sua aderente e storica interpretazione. Invero un castello, a dire dello stesso Idrisi, "superbo alla sommità di un aspro monte", dotato fin da allora di un esteso patrimonio fondiario, fertile e ricco di boschi che gli consentivano pure una grande produzione di miele, non poteva certamente derivare la sua denominazione dai "Genii" o spiriti che di solito albergano fra ruderi abbandonati.
Per noi "Genún" deve avere una ben diversa etimologia. Gli Arabi chiamavano la città di Genova "Genua" e il "genovese" "genuiun". Evidentemente in questo secondo termine la scomparsa della "i" intermedia e la fusione delle due "u", avrà portato alla voce volgare "Genún" raccolta dall'Idrisi. Pertanto "Hisn 'al Genún" può significare, con storica aderenza, "Castello dei Genovesi".
La storia, che ci ha tramandato che Caltagirone in epoca araba fu conquistata e abitata da una colonia di Genovesi, può spiegare pienamente siffatta denomizione.
Infatti pare che un nucleo di Liguri della spedizione bizantina di Maniace, fra il 1038 e il 1040, a seguito della sconfitta subita nelle coste meridionali dell'isola, si sia internato e fortificato nel luogo ove ora sorge Caltagirone ed abbia ivi dato vita ad una fiorente comunità che successivamente corse in aiuto al Conte Ruggiero normanno contro i Musulmani, allorchè questi, nel 1076, cinse d'assedio la Rocca di Judica che gli ostacolava la marcia vittoriosa verso la piana di Catania.
La comunità calatina ebbe enormi estensioni di terre tolte ai Musulmani di Judica in cambio dei servigi resi al Conte normanno, cui nel 1090 aprì le porte della città.
Indubbiamente il luogo scelto per il loro insediamento dai Liguri, uniti all'insegna di Genova , sarà stata una rocca araba preesistente, cui è facile attribuire il toponimo che compare nell'anzidetto diploma di Guglielmo il Malo, cioè "Calatagerun", che potrebbe significare, come pensa pure il Chiarandà nella sua Storia della città di Piazza, stampata nel 1656, " Castello dei vasi". Tale vecchia denominazione si confà benissimo al primiero abitato per la abbondante produzione di ceramiche certo ab antiquo ivi esistente, favorita anche dalla richiesta di recipienti per la ricca produzione locale di miele.
Sicchè i tre nomi di Caltagirone sarebbero caratterizzanti del luogo e ricorderebbero, il piú antico, "Calatagerun", la locale produzione di vasi, il secondo "Hisn 'al Genún", la conquista della cittadina da parte dei Genovesi, il terzo "Qal'at 'al Hinzariah", tradotto dall'Amari in "Rocca della cinghialeria", la rilevante presenza di cinghiali negli adiacenti boschi.
Come è evidente gli anzidetti tre nomi di Caltagirone sono tutti e tre risalenti ad epoca arabo-normanna. Però il primo, "Calatagerun" potrebbe essere nella seconda parte un adattamento fonetico di piú antico toponimo, certo bizantino, connesso coi nomi di "Gela" o "Geloi". Non è improbabile quindi che all'origine il nome arabo dell'abitato sia stato "Qal 'at 'al Geloon", ossia "Rocca dei Gelesi", che per l'attività ceramistica del luogo, sia stato tosto trasformato in "Qal'at 'al Gerún", ossia "Rocca dei vasi" anche perchè nella locale parlata la "l" si confonde facilmente con la "r".
In tal guisa "Hisn'al Genún" e "Qal'at 'al Hinzariah" sarebbero due appellativi dati dall'Idrisi alla città in epoca normanna al di fuori dell'originario nome "Calatagerun" e, in particolare il primo indurrebbe a ritenere che fosse motivato dalla effettiva presenza sul luogo di una nutrita colonia di Genovesi già consolidata da tempo ed ormai generalmente nota nella forma verbale corrotta "Genún" derivata certamente nel corso degli anni da "Genuiun".
Il che convaliderebbe quanto concordemente la tradizione e la storia ci hanno tramandato unicamente ai monumenti.
Infatti è vivo ricordo negli storici che la Chiesa di S. Giorgio in Caltagirone sia stata eretta dai Genovesi al loro avvento e che nel campanile di essa fosse segnato a grandi lettere l'anno Mille, anno della costruzione, che scomparve a seguito delle tremende distruzioni causate dal terremoto dell'11 gennaio 1693. Anche se non si vuole dare credito all'anzidetta iscrizione, probabilmente di epoca posteriore, è assai verosimile che l'opera risalisse alla prima metà del secolo XI.